Quando pensiamo al passato storico ci vengono in mente molte informazioni: date, episodi, personaggi. Ma cos’è rimasto di tutto questo? Per alcuni potrebbe sembrare buffo, ma la maggior parte delle testimonianze umane rimaste del passato sono soprattutto tombe. Basta pensare alle piramidi egizie, alle necropoli di Tarquinia, alle cattedrali. L’arte funeraria è da sempre strettamente connessa con la religione di ogni civiltà.
Oggi quindi vi portiamo alla scoperta dell’arte funeraria nel corso del tempo, a partire dalle origini.
I primi esempi di arte funeraria possiamo farli risalire alla preistoria: i megaliti.
Queste imponenti strutture in pietra rappresentano il primo tentativo dell’uomo di connettersi con il divino, testimonianza dei riti e delle cerimonie legate all’onore dei defunti. I megaliti avevano funzioni polivalenti: marcatori di confine, luoghi di culto e rituali, strumenti per segnare eventi astronomici come solstizi ed equinozi, o scopi commemorativi.
Attraverso queste monumentali opere architettoniche, l’uomo cercava di lasciare un segno duraturo della propria presenza, stabilendo un ponte simbolico tra la terra e il cielo, tra il mondo terreno e quello spirituale.
Con gli Egizi la connessione fra l’umano e il divino raggiunge la sua massima rappresentazione: il faraone non a caso era considerato figlio del Dio Ra.
Ra incarna anche un valore funerario: nelle testimonianze che ci sono rimaste vediamo infatti come la divinità potesse viaggiare attraverso due barche solari: la prima Madjet – la barca del mattino – e la seconda Masektet – la barca della notte, con queste poteva attraversare il cielo e il Duat, ossia, l’oltretomba.
Le piramidi egizie sono la perfetta rappresentazione di quanto sia importante il culto dei morti, non è un caso se abbiamo moltissimi resti archeologici: le mummie, le statue, le pareti dipinte, le maschere. Per questo popolo la morte era solo una delle tante fasi della vita, l’esistenza di una persona non terminava con la morte terrena, ma proseguiva nell’aldilà, nel regno dei morti.
Con il periodo di greci, etruschi e romani, si passa ad un’altra tipologia di arte funeraria: le necropoli.
Il termine stesso è esplicativo: nekros, morto + polis, città. Le necropoli sono città dedicate ai morti: mausolei, sarcofagi preziosi e affreschi parietali che narravano le storie di vita e di morte delle persone.
Anche le necropoli, così come le piramidi, diventano espressione di uno status sociale: all’interno venivano ritrovati infatti corredi, armi, vasi e tanto altro che permetteva di identificare l’appartenenza alla tomba.
Anche in Cina l’arte funeraria era simbolo di potere e fortuna: i membri della famiglia reale della dinastia Han, ad esempio, furono sepolti in un abito fatto di pezzetti di giada.
Un’altra caratteristica simile alle culture occidentali era l’usanza di depositare oggetti all’interno della tomba: la più famosa testimonianza è l’Esercito di terracotta che circondano la tomba dell’imperatore Qin: una replica dell’armata che aveva contribuito a unificare la Cina.
La motivazione della costruzione è ancora incerta, ci sono due ipotesi plausibili:
L’arte funeraria del Medioevo raggiunse una notevole raffinatezza grazie all’integrazione dei sepolcri nelle strutture stesse delle chiese. Le cattedrali gotiche, con la loro architettura imponente, divennero il luogo privilegiato per la sepoltura di nobili, vescovi e figure di alto rango.
Questi monumenti funebri non erano semplici tombe, ma veri e propri capolavori di scultura e bassorilievo, spesso situati in prossimità o sotto l’altare maggiore.
Le decorazioni avevano un forte valore simbolico e spirituale: scene raffiguranti la resurrezione dei morti e la vita eterna; così come i bassorilievi e le sculture miravano a rappresentare il passaggio dall’esistenza terrena a quella celeste, con figure angeliche, simboli cristiani e riferimenti alla gloria divina.
L’arte funeraria di questo periodo non è solo espressione di potere e ricchezza, ma anche un mezzo per celebrare la promessa della resurrezione e l’immortalità dell’anima.
Nel periodo del Rinascimento, l’arte funeraria assume un nuovo significato, diventando una celebrazione dell’individuo e della sua grandezza.
Le tombe non sono più semplici luoghi di sepoltura, ma monumenti commemorativi che esaltano la memoria dei defunti, riflettendo la loro importanza sociale e culturale.
Un famoso esempio, tutto italiano, è il celebre monumento funebre a Maria Cristina d’Austria realizzato dallo scultore Antonio Canova: quest’opera incarna perfettamente l’estetica neoclassica, esprimendo solennità e grazia attraverso un’architettura scultorea che onora la persona scomparsa, esaltandone le virtù e il ricordo con un tocco di spiritualità ed eleganza
L’arte funeraria dell’Ottocento è strettamente legata al movimento romantico, un periodo caratterizzato da una riscoperta delle emozioni e dei sentimenti individuali.
È proprio in questo periodo che i cimiteri si trasformano giardini della memoria, dove le tombe e i monumenti funebri assumono forme elaborate e simboliche: creando un’atmosfera di romanticismo e malinconia tipica di questo periodo.
Le sculture in marmo, spesso ispirate a figure mitologiche e a elementi naturali, iconografie romantiche, come angeli, croci e allegorie della vita, contribuiscono a rendere l’arte funeraria non solo un omaggio ai defunti, ma anche un rifugio per la meditazione e la riflessione sul destino umano.
Questo approccio artistico poneva l’accento sull’individualità, rendendo ogni monumento un pezzo unico, capace di raccontare storie personali e di esprimere il profondo dolore di chi rimaneva.
Il XX secolo è il periodo dell’eclettismo, secolo di avanguardie artistiche e relativismo culturale, e questo fermento si può trovare anche nell’arte funeraria di questo periodo.
I cimiteri diventano veri e propri musei a cielo aperto, specchio delle evoluzioni della società, un esempio è il Cimitero Monumentale di Milano, dove si fondono profondamente architettura, scultura e commemorazione.
Gli stili funerari sono diversi: dalle statue in bronzo, alle opere scultoree minimaliste. Fra gli artisti che hanno lasciato un segno c’è sicuramente Lucio Fontana: con le sue forme audaci e la ricerca di un’interazione tra luce e spazio. Un esempio è il monumento realizzato per la famiglia Chinelli, «una ceramica che reinventa e reinterpreta in senso contemporaneo l’iconica Nike di Samotracia, palesando la potenza del racconto visivo dell’artista».
Il cimitero diventa così un luogo di memoria non solo per i defunti, ma anche per la storia dell’arte contemporanea, dove il dialogo tra vita e morte si manifesta attraverso le creazioni di artisti che hanno saputo trasformare il lutto in un’esperienza estetica.
L’arte funeraria è un riflesso profondo delle credenze e dei valori di ciascuna civiltà, che si è evoluta nel tempo per onorare la memoria dei defunti, e ancora oggi, questo patrimonio continua a vivere attraverso le opere che ci circondano.
Attraverso i nostri servizi di forniture funebri infatti vogliamo offrire il massimo supporto, professionale e umano, assicurando che ogni dettaglio della cerimonia funebre sia rispettato. In questo modo possiamo davvero rendere omaggio alla memoria, onorando il legame eterno tra vita e morte.