Il giorno dei morti in Italia e nel Mondo

Onoranze Funebri Favero, Il giorno dei morti in Italia e nel mondo - Giappone

Il giorno dei morti: un viaggio tra le culture e le usanze del mondo

In Italia si celebra il 2 novembre, in Giappone è fra luglio e agosto, in Nepal da agosto a settembre. Di cosa stiamo parlando? Del giorno dei morti.

L’origine di questa festa è incerta, alcune fonti come Il Fatto Quotidiano, dichiarano che le prime tracce di commemorazione dei defunti risalgono al IX secolo le quali a loro volta hanno origine nell’uso monastico di dedicare un giorno di preghiera ai defunti, risalente a 200 anni prima. L’attuale rito sembrerebbe legittimato dall’abate sant’Odilone di Cluny nel 998.

L’Enciclopedia Treccani ci dice che di anniversario della morte ne parlava già Tertulliano, uno dei più grandi scrittori della letteratura latina; Oltre Magazine ci racconta di origini celtiche e legate a Samhain.

Al di là dell’origine, quello che è certo, è che questa festa viene festeggiata in ogni parte del mondo, e oggi scopriremo tutte le varie sfaccettature.

Onoranze Funebri Favero, Il giorno dei morti in Italia e nel mondo - Messico

Il giorno dei morti in Italia

In Italia, come abbiamo anticipato, la festa è strettamente legata alla religione, e si festeggia il 2 novembre, subito dopo la festa di Ognissanti che cade il 1° novembre.

La tradizione più diffusa qui è quella di visitare i cimiteri e di adornare le tombe con fiori, candele e oggetti cari ai defunti. In alcune zone, si lascia anche del cibo e dell’acqua per dissetare e nutrire le anime che tornano a visitare i vivi.

Oltre al gesto di rispetto e di affetto verso i morti, in Italia esistono anche delle tradizioni gastronomiche legate a questa ricorrenza: in molte regioni, infatti, si preparano dei dolci tipici, spesso a forma di ossa o di fave, che vengono consumati o regalati ai bambini.

Alcuni esempi sono i pan dei morti in Lombardia, le ossa dei morti in Sicilia, le fave dei morti in Lazio e i pupi di zucchero in Sicilia. Questi dolci hanno un valore simbolico, che può essere di augurio, di protezione o di condivisione con i defunti.

El Día de muertos in Messico

Il giorno dei morti in Messico è una festa che mi ha sempre affascinato, per i suoi colori, i suoi simboli e il suo significato. È una tradizione che mescola elementi precolombiani e cristiani, e che ha lo scopo di onorare e accogliere le anime dei defunti che tornano a visitare i vivi.

La festa è delle connotazioni differenti a seconda delle regioni e delle comunità, ma alcuni elementi sono comuni e caratteristici.

Uno di questi è l’ofrenda, l’altare domestico che le famiglie messicane allestiscono con cura e amore, dove pongono le foto, i cibi, le bevande e gli oggetti preferiti dai defunti. Questo altare viene decorato con fiori, candele, teschi di zucchero, carta velina colorata e altri elementi simbolici, che rappresentano i quattro elementi della natura: terra, acqua, fuoco e aria. L’ofrenda rappresenta il luogo dove i morti si riuniscono con i vivi, e dove si scambiano doni e preghiere.

Un altro elemento tipico è la visita ai cimiteri, dove le tombe vengono adornate e illuminate con fiori, candele e oggetti cari ai defunti. Le famiglie si radunano attorno alle tombe e passano la notte con i loro cari, mangiando, bevendo, cantando e raccontando storie. L’atmosfera è di festa e di allegria, ma anche di rispetto e di nostalgia. I cimiteri si trasformano in luoghi di vita e di colore, dove si celebra il legame tra i morti e i vivi.

Se abitate in Lombardia poi potreste addirittura aver assistito in prima persona al terzo elemento comune a questa festa: le sfilate. Si tratta di vere e proprie parate che si organizzano in diverse città e villaggi, dove la gente si traveste e si dipinge la faccia, imitando la famosa Catrina, il teschio elegante e ironico che è diventato il simbolo del giorno dei morti. La gente balla, canta, ride e si diverte, mostrando la sua gioia e la sua speranza nella vita dopo la morte. Le sfilate sono anche un modo per esprimere la cultura e l’identità messicana, con i suoi costumi, le sue musiche e le sue arti.

L’Obon: il giorno dei morti in Giappone

Se avete avuto la fortuna di visitare il Giappone tra luglio e agosto, probabilmente avete potuto assistere a una delle feste più suggestive del paese: l’Obon, o la giornata dei morti. Si tratta di una festa buddista, che ha lo scopo di rendere omaggio agli antenati e di favorire il loro ritorno spirituale.

Per tre giorni, le famiglie giapponesi si riuniscono, puliscono e decorano le tombe, accendono delle lanterne di carta e offrono del cibo e delle bevande ai defunti.

Le lanterne di carta sono chiamate tōrō nagashi, e rappresentano il simbolo più caratteristico di questa celebrazione: vengono fatte galleggiare sui fiumi, sui laghi o sul mare, creando un’atmosfera magica e suggestiva. Ma perché proprio le lanterne? Il loro compito è quello di guidare le anime dei defunti verso le rispettive case, dove vengono accolti con affetto e rispetto. Al termine della festa, le lanterne vengono nuovamente accese e riportate al tempio per accompagnare le anime verso l’aldilà.

L’origine di questa tradizione sembra derivi da un’antica leggenda secondo cui un monaco buddista di nome Shaka in un giorno di agosto vide la propria madre defunta in stato di evidente sofferenza dovuta alla fame: il monaco decise così di alleviare il dolore della donna portandole cibo e bevande. Felice per aver liberato la madre da queste sofferenze, il monaco si diede poi ad una danza di gioia: Bon Odori.

Oggi è un momento di festa in cui tutti, indipendentemente dall’età o dal sesso, possono unirsi e gioire. Solitamente si svolge in piazze, templi o parchi, dove viene allestito un palco con dei musicisti e dei cantanti. Attorno al palco, la gente si dispone in cerchio e segue i passi della danza, che variano a seconda delle regioni e delle canzoni.

Rendere omaggio ai nostri cari

In questo articolo, abbiamo cercato di farvi viaggiato insieme in diverse parti del mondo, scoprendo le usanze, i simboli e i significati del giorno dei morti. Abbiamo imparato che la morte non è la fine, ma il passaggio verso una nuova vita, che può essere celebrata con leggerezza e con allegria.

Speriamo che questo viaggio vi abbia arricchito e che vi abbia fatto pensare a quanto in realtà siamo più simili di quanto si possa pensare: ogni paese nel mondo ha dei cerimoniali per l’organizzazione dei funerali che vanno rispettati e accolti.

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