Avete mai pensato a come potrebbe essere il vostro tragitto verso l’altro mondo? Sì è una domanda bizzarra, ma probabilmente in questo momento starete pensando a scene tipo Ghost Whisperer dove illuminati da una luce divina il vostro spirito sparisce in dissolvenza verso il paradiso. Mi dispiace deludere la vostra fantasia, non stiamo parlando di tragitto metaforico ma del trasporto fisico della salma.
Sì perché anche il trasporto del corpo di un defunto segue determinate normative, di certo non è possibile fare stile Weekend con il morto. Sicuramente voi non potrete essere lì a raccontarci quanto vi sia piaciuto il viaggio, ma quello che potete fare è scegliere il mezzo giusto mentre siete in vita.
Ora che vi abbiamo fatto sorridere con queste citazioni cinematografiche, ci piacerebbe raccontarvi davvero la storia del carro funebre: come si è evoluto nel tempo e cosa è oggi.

Quella del trasporto delle salme è una tradizione antichissima, esistente da sempre, addirittura già dai tempi degli antichi egizi, quando i corpi venivano trasportati attraverso delle barche lungo il Nilo.
Con i Greci e i Romani si introdusse poi l’uso della quadriga su cui era trasportato il feretro fino alla necropoli con riti specifici per ogni cultura: per i Greci il corteo veniva aperto da una donna che trasportava le libagioni, seguita poi da uomini, donne e dai suonatori di flauto. Per i Romani invece i partecipanti indossavano maschere raffiguranti gli antenati del defunto.
Nel medioevo invece i corpi venivano posti su un carro, solitamente trasportato dalle persone guarite dalla peste, quindi le uniche immuni.
L’usanza del carro, pur con le modifiche apportate dall’avvento del cristianesimo, è sopravvissuta nel tempo, fino ad oggi, dove ancora viene utilizzata per funerali di Stato o di persone di spicco. Un esempio? I funerali della Regina Elisabetta.
Il carro porta cannoni della Royal Navy venne costruito nel 1896 e utilizzato per le cerimonie funebri della regina Vittoria (1901), re Giorgio VI (1952) ma anche persone al di fuori della Famiglia reale come Winston Churchill. Il carro viene trasportato da 142 militari della Navy, che portano il feretro fino all’Abbazia di Westminster; questa è una tradizione nata proprio nel 1901, quando i cavalli si imbizzarrirono spaventati dalla folla, così vennero sostituiti dai militari.
Questa tradizione del carro funebre è sicuramente rimasta molto in voga fino agli anni ‘20 del secolo scorso: fra la prima e la seconda guerra mondiale infatti si iniziò a diffondere l’auto-funebre, grazie alla conversione delle ambulanze militari dismesse ad uso civile.
Un mezzo di trasporto insolito di cui vi vogliamo raccontare è il tram.
Alla fine dell’ottocento, la città di Milano era in rapida espansione e i cimiteri storici all’interno erano diventati da tempo malvisti e sovrappopolati: iniziarono così nel 1866 i lavori per il Cimitero Maggiore – noto ai milanesi come Musocco – aperto poi definitivamente nel 1895.
Con l’apertura del nuovo cimitero sorge però anche la necessità di trasportare i corpi così distanti dal centro città. Sì perché dovete immaginare che all’epoca Milano lì in zona Musocco era per lo più campagna aperta, quindi difficilmente raggiungibile.
Cosa fare quindi? Sfruttiamo le strutture già esistenti: il tram funebre. Grazie alla collaborazione con la Edison nacque un percorso tranviario studiato appositamente per l’occasione.
Il primo viaggio fu registrato il 4 ottobre 1907 e il defunto era il signor Luigi Cereda, abitante in via Osti al 12.
Il tram, rinominato ironicamente dai milanesi la Gioconda, aveva due stazioni di partenza:
– Via Bramante
– Stazione di Porta Romana
Questa seconda fu costruita in seguito, nel 1906, proprio per migliorare il collegamento con la parte sud di Milano; oggi questa struttura ha tutt’altro impiego: è la sede delle prestigiose Terme di Milano. Con la diffusione dei primi veicoli a motore, i tram funebri furono sempre meno utilizzati, finché il comune non sospese definitivamente il servizio nel 1928.
Il termine carro funebre è rimasto di uso comune anche se oggi utilizziamo per lo più le auto-funebri, gli unici casi in cui si utilizza effettivamente il carro è per cerimonie di Stato o di personaggi di particolare importanza.
Nel business dei carri funebri ci sono entrati anche brand automobilistici di pregio come Mercedes-Benz, ma anche Lancia o Maserati, ma come detto prima ogni auto deve seguire delle precise normative per essere omologate per l’uso richiesto, fra queste la principale è il Regolamento di polizia mortuaria – Capo IV.
Indipendentemente dal mezzo scelto, che si tratti di un’auto moderna o di un carro dal valore storico, il servizio di trasporto delle salme è molto più di un semplice iter da seguire: è un gesto di rispetto, un ultimo tributo che accompagna il defunto nel suo ultimo viaggio terreno, un momento solenne che unisce tradizione e memoria, rendendo omaggio alla vita che ha vissuto la persona cara.