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La morte nell’arte

Onoranze Funebri Favero, La morte nell'arte, L'Urlo di Munch

Le molteplici forme e rappresentazioni della morte

Nel corso della storia dell’arte, la morte è sempre stata uno degli argomenti più trattati sotto molteplici forme. Nel periodo rinascimentale e barocco la morte diventa iconografica: vengono utilizzate allegorie della morte e dei memento mori, quest’ultimo introdotto dai pittori anche nei dipinti sulla Vanitas, per mostrare la vanità della vita umana.

Gli artisti nel corso dei secoli hanno continuato ad approfondire questo tema, tanto che nel XX secolo, l’espressionismo e altri movimenti artistici esplorarono la morte in un contesto di angoscia e disperazione. Ne è un esempio L’urlo di Munch, rappresentazione iconica dell’angoscia umana di fronte alla morte, un mezzo per incanalare l’ansia e la paura dell’ignoto.

Altre opere note del ‘900 che diventano portavoce di messaggi sociali e personali, fra queste il Guernica di Picasso, una chiara denuncia al bombardamento dell’omonima città durante la guerra civile spagnola del 1937; o ancora l’arte della pittrice messicana Frida Kahlo: per lei la morte diventa un elemento per rielaborare le proprie emozioni, come Ospedale Henry Ford.

Ma perché l’arte, che umanamente associamo alla bellezza e alla bontà d’animo, dovrebbe trattare un argomento così macabro? Per rispondere a questa domanda bisogna fare un gioco di immedesimazione e tornare indietro nel tempo…

Onoranze Funebri Favero, La morte nell'arte, La Pietà

Un linguaggio universale

Le opere d’arte riuscivano, e tutt’ora riescono, a portare ad una dimensione collettiva le emozioni: il dolore, l’amore, la solitudine, la felicità; ogni emozione non è solo del singolo individuo, ma di tutti.

Attraverso l’arte, sotto tutte le sue forme (dipinto, scultura, monumento), riesce a entrare in contatto con la persona che la sta osservando, azzerando quei secoli che separano l’artista dal fruitore: è come se improvvisamente tutto acquisisse un senso differente, perché ti senti compreso, e capisci che il dolore che stai provando, o la gioia, è qualcosa di condiviso, un sentimento che possono sentire ed ascoltare tutti.

Gli elementi con i quali la morte è stata rappresentata sono diversi: teschi, orologi da tasca, fiori appassiti, e tutti pensati per mandare un chiaro messaggio ai fruitori: la vita è un breve attivo fugace e la morte può essere sempre imminente. Questi dettagli, che volutamente non rappresentavano la morte in modo canonico (ed esclusione del teschio), servivano per far riflettere l’osservatore sul ciclo della vita e della morte.

Esorcizzare la morte con l’arte

Un’altra opera degna di nota che ci fa comprendere ancora più a fondo il ruolo dell’arte è For the love of God di Damien Hirst. Si tratta di una scultura rappresentante un teschio di platino e ricoperto da 8601 diamanti. Fun fact: il teschio è stato ricavato da un calco di un vero cranio, con denti originali.

In questo caso l’artista vuole richiamare alle reliquie dei santi che nel XVII secolo, ricchi di elementi relativi alla morte, o ai capolavori barocchi sulla vanitas e il memento mori.

Perché la scelta dei diamanti? Perché, anche nell’arte barocca si utilizzavano già pietre preziose: rubini e zaffiri hanno adornato teschi e scheletri, simboleggiano la caducità della vita terrena e l’eternità dello splendore della fede.

Ma quindi perché parlare di morte? Come spiega lo stesso artista, rappresentare la morte è un modo per esorcizzarla, per forzare le persone a riflettere su un tema che è ancora tabù nel nostro periodo storico.

«La ragione per cui mi piace non ha niente a che fare con il denaro. È che sembra così nuovo, caldo e invitante che fa sembrare tutto il resto ok, compresa la morte, che credo sia un po’ un’illusione, vero?»

Parlare consapevolmente del tema della morte

Ci sono molte altre opere che ci aiuterebbero a comprendere il tema della morte, come viene vissuto e interpretato nelle diverse epoche e culture. Ne è un esempio La Pietà e La Pietà Rondanini entrambe opere di Michelangelo: qui si evince come lo stesso artista abbia due idee di morte differenti: nella prima è una morte prematura, giovanile, quindi più dolorosa; nella seconda invece è lui che sta raggiungendo la morte, e questo si vede nella scultura del Cristo stesso, lasciata a metà, ancora incavata nella pietra ma allo stesso tempo con quella sensazione di precarietà e instabilità.

Insomma l’arte è piena di esempi che potremmo raccontare, ma noi vogliamo lasciarvi invece con una domanda: cos’è per voi la morte? Che rapporto avete con la morte? Ci avete mai avuto a che fare? Se vi possiamo far riflettere su anche solo una di queste domande, allora il nostro compito è già a metà strada.

La nostra agenzia infatti da tempo si occupa di sensibilizzare su questo tema, e lo fa attraverso un servizio di previdenza funeraria che vi permette di scegliere le vostre ultime volontà, non perché dobbiate pensare al peggio, ma per lasciare un respiro di sollievo ai vostri cari nel momento in cui accadrà: un sostegno per le persone che in un momento delicato si sentiranno smarrite.

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