La riduzione naturale organica: trasforma i tuoi resti in composti

Onoranze Funebri Favero, la riduzione naturale organica

Scopriamo insieme cos’è la terramazione

La riduzione naturale organica, detta anche terramazione o compostaggio organico, è una delle ultime tecniche sperimentate nel settore funebre per quanto riguarda le sepolture. Il progetto nasce in America, e uno dei progetti è stato ideato da Katrina Spade, oggi CEO di Recompose, una delle aziende che si occupa di compostaggio umano.

L’idea è quella di riportare la sepoltura ad un processo naturale e meno impattante per l’ambiente. I nostri antenati erano già soliti utilizzare una metodologia simile: i corpi dei defunti venivano infatti avvolti in un telo di materiale naturale, come il cotone, per essere poi sepolti nel terreno. La riduzione naturale organica non è molto diversa, semplicemente viene isolato il processo di decomposizione ottenendo del terriccio da utilizzare nei terreni come fertilizzante.

Ma ora scaviamo un po’ più a fondo e andiamo a vedere come funziona esattamente questa sepoltura green.

Onoranze Funebri Favero, la riduzione naturale organica - Terramazione

Come funziona il compostaggio umano

Quando una persona cara viene a mancare siamo soliti vedere il corpo all’interno di una bara, qui il meccanismo è simile: il corpo viene collocato all’interno di una cassa di acciaio e viene coperto da un telo in tessuto naturale. Al di sopra, la famiglia o l’agenzia funebre provvederà a spargere trucioli, fiori o altro materiale organico che serviranno per favorire il processo di decomposizione.

Terminata questa operazione il defunto viene collocato all’interno della struttura – che ricorda vagamente una stazione spaziale, per questo viene anche chiamata nave – dove rimarrà per circa 30 giorni. Quello che succede all’interno è il naturale processo di decomposizione: i batteri e l’ossigeno scompongono il materiale organico fino ad ottenere semplicemente terra.

La cosa affascinante di questa pratica è che se ci pensate, batteri, microbi e ossigeno sono già naturalmente intorno a noi, quello che differenzia questo processo e che lo rende efficace è l’effettiva morte del corpo.

Il materiale ottenuto viene quindi lasciato essiccare in un periodo di tempo che va dalle 2 alle 6 settimane, mentre le ossa – impossibili da decomporre – vengono polverizzate. Il compost ottenuto non può essere rimesso però in natura così, in America ci sono determinati parametri che devono essere rispettati: non devono superare determinate soglie di arsenico, cadmio, mercurio, selenio, coliformi fecali e piombo.

Tutto questo rigore è legittimo, visto che il compost ottenuto verrà utilizzato per fertilizzare alcune aree boschive. E dopo il ripopolamento della flora? Da qui derivano ovviamente tutta una serie di benefici a catena: più alberi significa un clima più mite, che significa acque più fresche e un habitat migliore per le diverse specie di animali. È tutta una catena.

Conseguenze etiche e sociali

Come potete immaginare si tratta di una pratica piuttosto particolare e che si discosta molto dai precetti religiosi a cui siamo abituati; ed è proprio la Chiesa cattolica che, in America, ha esposto parecchi dubbi in merito, ritenendola una pratica poco dignitosa: il corpo qui perde la sua dimensione materica e dunque non è più in grado di compiere la resurrezione prevista.

Sembra che l’eterna lotta fra Chiesa e Scienza continui anche nel 2023. Perché citiamo la scienza? Semplicemente perché in primo luogo è un processo studiato, testato e basato su processi naturali studiati dalla scienza; in secondo luogo perché il primo corpo donato sul quale è stato sperimentata questa sepoltura è stato proprio un corpo del dipartimento di Antropologia Forense della Western Carolina University. A prescindere da questa diatriba secolare, ci teniamo a precisare che questa pratica rimane areligiosa, nel senso che è aperta a tutte le religioni e non.

Il primo stato americano che ha legalizzato la riduzione organica è stato quello di Washington, e a seguire quelli del Colorado e dell’Oregon. Ad oggi tanti altri stati americani hanno deciso di rendere legale questa nuova metodologia di sepoltura, ma la strada è sicuramente ancora molto lunga. Per quanto riguarda l’Italia poi, non abbiamo notizie attendibili.

Di queste sepolture green noi vi avevamo già parlato in un nostro precedente articolo, ma sulla terramazione volevamo fare una parentesi più completa perché ci sembrava un buon esempio per spiegare quanto la morte e la vita siano in realtà strettamente legate, come se un filo invisibile le tenesse connesse per l’eternità.

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